TECNICHE CHIRURGICHE DI USO PIU’ COMUNE IN PATOLOGIA VERTEBRALE

La chirurgia vertebrale nel corso degli ultimi decenni ha avuto un notevole sviluppo soprattutto di tipo tecnologico, con l’applicazione di svariate tecniche chirurgiche che oggigiorno sono ormai acquisite e validate nei principali Centri di Chirurgia Vertebrale. Tra queste ne ricordo alcune:
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Via Giuseppe Saragat, 4, 73020 Castromediano Cavallino (LE)
Cell. +39 3334167294
Email: dott.luca.antonelli@gmail.com

DISCECTOMIA TRADIZIONALE

E’ la classica tecnica per l’asportazione delle ernie del disco. E’ una tecnica che si pratica da oltre 30 anni e che, ben eseguita e con la giusta indicazione, consente comunque di avere ottimi risultati certi e riproducibili.

LA MICRODISCECTOMIA

Può essere effettuata con o senza l’ausilio del microscopio; è una tecnica che consente di asportare le ernie discali attraverso accessi miniinvasivi di pochi centimetri e con minima lesione dei tessuti molli; tali tecniche consentono una ripresa molto più veloce rispetto alle tecniche tradizionali ed ormai rappresenta il “golden standard” per il trattamento chirurgico dell’ernia del disco.

DISCECTOMIA PER VIA ENDOSCOPICA

E’ una tecnica che, mediante l’ausilio dell’endoscopio, e con tecnica chirurgica mirata consente dapprima di individuare l’ernia del disco, visualizzarla sul monitor e quindi, con opporuni strumenti, di asportarla.

LA STABILIZZAZIONE RIGIDA POSTERIORE MEDIANTE VITI TRANSPEDUNCOLARI E BARRE IN TITANIO

serve per favorire l’artrodesi di due o più corpi vertebrali (ovvero la fusione ossea); anche questa tecnica rappresenta ormai un “golden standard”, ed è applicata sempre più spesso nei casi in cui vi sia un’instabilità primaria oppure secondaria ad ampie laminectomie vertebrali effettuate per es per decomprimere il sacco durale o per tumori vertebrali ecc.

LA STABILIZZAZIONE INTERSOMATICA (OVVERO FRA DUE CORPI VERTEBRALI) CON TECNICA TLIF O PLIF

Si tratta di una tecnica che viene sempre associata alla stabilizzazione posteriore con viti e barre e serve a dare maggiore stabilità primaria all’impianto (c.d. stabilizzazione circonferenziale antero posteriore). Consiste nel posizionare all’interno del disco una c.d. “cage” ovvero una sorta di protesi che serve a ripristinare l’altezza originale del disco degenerato, a dare maggiore stabilità e quindi a favorire un’artrodesi più rapida ed efficace.

LA STABILIZZAZIONE ANTERIORE CON TECNICA “XLIF”, “DLIF” O “TALPA”

Si tratta di tecniche chirurgiche simili che, attraverso una via chirurgica addominale retroperitoneale, consentono di posizionare grosse “cage” (molto più grandi delle cage TLIF o PLIF) all’interno dei dischi degenerati dando quindi maggiore sostegno anteriore alla colonna vertebrale e allargando anche i forami di coniugazione da dove fuoriescono le radici nervose consentendo così anche una c.d. “decompressione indiretta” delle strutture nervose
compresse. In alcuni casi selezionati, al contrario della tecnica TLIF o PLIF, tai cage possono essere impiantate anche da sole, ovvero senza una stabilizzazione posteriore (c.d tecnica “stand alone”).
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